Privilegi imperiali e papali per Pisa e i fioriti capolettera del notaio Corrado da Rinonico

Una sola pergamena raccoglie insieme due privilegi imperiali, un privilegio regio e una conferma papale concessi, su petizione, alla città di Pisa. La cartapecora è leggibile anche se sciupata e presenta dei bei capolettera, disegnati con gusto dal notaio autenticatore, ma purtroppo sbiaditi.
Il primo privilegio è del 1192 dell’imperatore Enrico IV († 1197) che, secondo la consuetudine della città “retro a sexaginta annis”, concede e conferma a essa un vasto territorio e i suoi castelli-ville – per lo più oggi ancora esistenti. Questa la parte relativa:

“[...] Concedimus quoque et confirmamus vobis in feudum comitatum vestro districtui, sicut tenet turris Benni ad Arnum et Cannetum et inde ad Barbiallam et sicut trahit ab Ebula ad Montem Tiniosum et ipsum Montem Tiniosum cum suis pertinentiis et ad Burianum et Quercetum cum pertinentiis suis et ad castrum Cornie cum pertinentiis suis, inde ad Scherlinum et sicut trahit marina ad portum Herculis; ab alia parte fluminis Arni sicut trahit Planesule et comprehendit Cintorie Curia et sicut trahunt confinia inter vos et Lucenses usque ad pontem Mogione et inde, sicut sunt confinia districtus Pisane civitatis, infra quos terminos hec loca continentur: castrum Peccioi cum omnibus suis pertinentiis, Castrum Montiscucchari et suis pertinentiis, Chezanum, castellum Falfi, Canporenam, Vignale, Leguli, Petraraminga, Laiatichum, Chianni, Agnanum, Pava, Petracassia, Gabretum, Gellum, Casallia, Sassa, Caselle, Cannetum, Mons Viridis, Castellionum Bernardi, Sassetam, Toianum, Campianum, Palaia, Sanctus Gervasius, Mons de Castello, Monstaupari, Marti, Corcarelli, Collegarum, Partilionum, Usilianum, Cerretum, Treggiaria, Forculi, Alica, Ponsacchum, Mons Beccherii, Cumulus, Stibium, Mons Altus, Comungnole, Pinocchium, Pons Here, Appianum, Gellum, Pescianum, Rapida, Taverle, Schietiocculi, Travalda, Cisanum et omnia predicta cum pertinentüis suis, et preterea Vignale, Campilia, Roccha Biserni, Roccha Palmenti, Donoratichum, Castagnetum, Segalari, Bulgari, Biboni cum omnibus eorum pertinentiis, Castellion de Piscaria cum omnibus suis pertinentiis, Abbatia de Fango cum omnibus suis pertinentiis, Ylba, Capraria, Gorgona, Planusia [...]”.

A questo bel territorio l’imperatore aggiungeva Massa e il suo castello; proibiva poi di edificare o fortificare dal Corbo fino alle bocche dell’Arno presso il mare o sulla spiaggia e nella terra dal piede del monte fino al mare, confermava la piena giurisdizione della città sul territorio, e per i “negotiatores” pisani (che non erano i negoziatori, ma i mercanti, i banchieri e gli affaristi) di andare e venire liberamente per terra e mare nei luoghi di pertinenza di tutto l’impero in Sicilia, Sardegna e Puglia, con particolari privilegi a Messina, Palermo e Napoli, e anche di approdare con le merci nei porti tra Civitavecchia a Portovenere.
Il diploma fu scritto a Geilenhasun (Gelnhausen, Assia), presenti come testimoni arcivescovi, vescovi, e poi “Marquandus dapifer” (portatore di vivande), “Henricus pincerna” (coppiere) e il protonotario Sigeoli.

Il secondo privilegio, riportato di seguito, è di Ottone IV († 1218) e conferma i territori suddetti. Era stato redatto nel 1209 a Poggibonsi alla presenza, tra i tanti testimoni, del patriarca di Aquileia Wolfger di Ellenbrechtskirchen (Volchero di Erla, † 1218), di Waltherius vescovo di Luni (Gualtiero II, † 1213), di Giovanni vescovo di Firenze (da Velletri, † 1230), di Azzo VI marchese di Este († 1212), di Gunzelino dapifero, di Gualtiero pincerna e di Gualtiero protonotario.

Il terzo privilegio, sempre di conferma, del febbraio 1355, è emanato da Carlo IV re di Boemia († 1378) non ancora imperatore (per poco). È scritto a Pisa, primo testimone Arnesto arcivescovo di Praga (Ernesto di Pardubice, † 1364) e poi altri prelati e conti ‘fedeli e diletti’ tra cui Giovanni marchese di Monferrato (Giovanni II Paleologo, † 1372), Angelo marchese di Santa Maria a Monte, Burcardo maestro di corte imperiale di Magdeburgo e “Fentius de Prato”. Cancelliere era Giovanni vescovo “Luthomuschlensis” (Litomysl in Cechia) vice di Gugliemo arcivescovo di Colonia (von Gennep † 1362).

Infine il quarto e ultimo privilegio, senza ordine cronologico, ha la data del 1257 e proviene da Alessandro IV († 1261) dimorante a Viterbo. Destinatari sono il potestà, capitano, anziani, consoli, comune della città di Pisa.
Nel testo si legge come il papa, dopo aver letto la speciale petizione riguardante la “chiara memoria” di Corrado II, Federico I, Enrico VI, Ottone IV, Federico II che avevano concesso alla città privilegi, libertà e giurisdizioni con “munifica manu” e per i suoi “negotiatores” “grandia litora et multiplices opulentas” (grandi lidi e molte ricchezze), elargisca ora un altrettanto speciale favore.
Infatti “roborare curaremus”, il papa corroborava i diplomi di cui sopra, ricordando anche come Pisa avesse sconfitto gli arabi in Sardegna e nelle Isole di Maiorca e Minorca “quas divino cultui prepotenti brachio infatigabili gladio submisistis” (che avete sottomesso al culto divino con braccio prepotente e spada instancabile).
Impartiva quindi la benedizione apostolica, confermava quanto concesso dagli imperatori “et patrocinium comminamus”.

Corrado del fu Ricciardo notaio da Rinonico, dopo il 1355, autenticò i privilegi e disegnò i capolettera e le ‘firme’ degli imperatori.
Esercitò la sua arte, per quanto è stato possibile vedere, nelle pubbliche cancellerie pisane dal 1330 al 1381.

Paola Ircani Menichini, 15 giugno 2023.
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